sabato 11 novembre 2017

Recensione: "La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker

Buongiorno, lettori!
Finalmente, ma non senza dispiacere, ho terminato La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker.
Giovedì sera sono andata a dormire, ma non riuscivo a darmi pace. Per terminare il romanzo, mancavano le ultime 100 pagine. LE pagine. Gli interrogativi e i dubbi si susseguivano nel mio cervello: chi aveva davvero ucciso Nola Kellergan? E perché?
Niente da fare: ho acceso la luce dell'abat-jour e, in un paio di ore, ho chiuso definintivamente il "capitolo Quebert".
Durante la lettura ho tentennato molto sulla valutazione, che oscillava tra il molto bello e l'indimenticabile. Non riuscivo proprio a capacitarmi di alcuni aspetti. Ma tutto torna.
Niente è come sembra, tutto ha un senso: se mai leggerete questo romanzo, ricordatevi questa frase, fidatevi di me!

TITOLO: La verità sul caso Harry Quebert
AUTORE: Joel Dicker
EDITORE: Bompiani
ANNO: 2013
PREZZO: 5,99€ (eBook); 9,90€ (brossura)
PAGINE: 779

TRAMA: Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.



Atmosfera alla Twin Peaks (ricordate la celebre serie tv americana divenuta un cult negli anni '90?), con personaggi bizzarri, un giallo da risolvere, un paesino apparentemente tranquillo, tanta violenza immotivata e un amore (soltanto uno...!) da strappare il cuore: La verità sul caso Harry Quebert possiede tutti gli ingredienti per un romanzo indimenticabile.
Eppure ci si accorge di questo solo una volta terminato il libro. Tanti sono i dubbi che scuotono il lettore durante la lettura.  

Il romanzo risulta a tratti ripetitivo ma, come ho scritto nell'introduzione, tutto (più o meno) ha un senso: gli elementi, per esempio, vengono ribaditi per lasciare che il lettore giochi a indagare con Marcus Goldman e il sergente Gahalowood su questa strana e complessa vicenda, senza tralasciare nessun particolare, essendo un caso con molte incongruenze e false piste.

Marcus Goldman è un giovane, famoso e ricco scrittore che, alle prese con il suo secondo romanzo, vive il tanto temuto blocco dello scrittore. Contattato il maestro e amico Harry Quebert, si trasferisce temporaneamente ad Aurora, cittadina del New Hampshire al confine con il Canada, per ritrovare l'ispirazione. E qui scopre un segreto che mai avrebbe immaginato: lo stesso Harry Quebert, trentatrè anni addietro, ha avuto una relazione con Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni scomparsa improvvisamente in una notte d'estate del 1975. Non solo. Un giorno, dal giardino di Goose Cove, l'amata villa piena di ricordi di Quebert, affiorano i resti della ragazza e lo stesso Quebert viene accusato dell'omicidio della giovane.
Goldman, convinto della sua innocenza, comincerà a indagare e a scrivere un'inchiesta per scagionare l'amico. Scoprirà inganni, amori non corrisposti, personalità sfaccettate e indoli represse dell'apparentemente tranquilla città.

I personaggi sono ben caratterizzati, seppur alcuni siano al limite del surreale.
Nola, per esempio, mi è sembrata una ragazza infantile e, al contempo, sfrontata, nonostante venga descritta dagli abitanti di Aurora come "la figlia che chiunque vorrebbe avere".
La madre di Goldman è un personaggio assurdo, non commentabile, come le sue affermazioni.
Marcus, il protagonista, incarna l'autocelebrazione dello scrittore americano, il "Formidabile": un po' sfacciato e arrogante, testardo, pronto a scrivere un libro che riporti fedelmente la realtà, un eroe. Al contrario del suo editore, descritto come uno spietato capitalista senza scrupoli.
Quebert si caratterizza come un uomo molto solo, ciecamente innamorato dell'amore e ossessionato dal sogno di diventare un grande scrittore. Ma a quale prezzo?
La sua storia d'amore con Nola, tuttavia, non è convincente: ricca di banalità e stereotipi, sdolcinata all'inverosimile e adolescenziale, fa sorridere teneramente quando ci si imbatte in frasi come Ti amo come non avevo mai amato nessuno, soprattutto se presenti nel dialogo di una quindicenne senza alcuna vera esperienza amorosa pregressa. Trattandosi di un argomento suscettibile alle critiche, la relazione viene trattata con estrema leggerezza, quasi come un sogno.

Allora vorresti dire che tu e Harry Quebert, voi due...
Ci amiamo!
Vi amate? Ma che sciocchezze dici? Tu non puoi amarlo!
E perché no?
Perché è troppo vecchio per te!
L'età non conta!
Invece sì che conta (...) Le ragazze della tua età non c'entrano niente con quelli della sua età.
Io lo amo!
Non dire assurdità e finisci le patatine, okay? 

Fra tutti, però, spicca un personaggio del quale non vi rivelerò il nome. La sua bontà, il suo bisogno di amore, le sue azioni forse sbagliate, ma dettate da un sentimento strappatogli crudelmente, stringono in una morsa il cuore del lettore, che si ritrova pronto a schierarsi a spada tratta dalla sua parte. A mio parere, è lui il vero protagonista e il motore di questa storia.

In sintesi, non è un libro perfetto. Ma nella sua imperfezione, con tutti i suoi difetti, è comunque indimenticabile.
In alcuni aspetti risulta carente, ma il giallo è così ricco di colpi di scena inaspettati e alta tensione, da riuscire a mettere in secondo piano e a oscurare le bizzarrie incontrate lungo il percorso. E le 779 pagine scorrono velocemente, come un fiume in piena, sempre pronte a stravolgere un punto di arrivo e ad alimentare la curiosità di chi legge.
Vi lascio con una pagina che credo riassuma e completi perfettamente la recensione:

Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito.




 

6 commenti:

  1. L’ho iniziato ieri, come sai. Ne ho lette un centinaio di pagine e mi sto già chiedendo come mai lo abbia sempre snobbato. Bella recensione, complimenti :*

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    1. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi! Comunque grazie, Laura, sei sempre troppo buona!! :*

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  2. Concordo con quello che hai detto. Ho letto questo libro ai tempi della sua uscita e quell'anno è stato anche nella top ten del blog! Inutile dire che l'ho adorato!!! È sempre riuscito a farmi stare con il fiato sospeso e per un librone da così tante pagine come questo (per di più con un giallo alla base) non è per niente facile.
    Sono passati 4 anni ed ancora lo ricordo alla perfezione quindi, anche nel tempo, è un libro che mantiene inalterato l'impatto sul lettore.

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    1. Sono d'accordo. È lungo, ma non l'ho mai trovato noioso. Anzi, pur con tutti i suoi difetti, mi è dispiaciuto molto doverlo terminare...

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  3. Ciao Piera, ho letto questo romanzo un po' di anni fa, ma lo ricordo ancora come una lettura veramente bella! Anch'io l'ho letto in poco tempo nonostante la sua mole, concordo con te sull'eccessiva sdolcinatezza in alcune parti, ma la storia mi è piaciuta così tanto che ho sorvolato su questo difetto ;-)

    P.s. Mi incuriosisce "Il libro dei Baltimore" dello stesso autore, non l'ho ancora letto!

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    1. Ciao Ariel! Alcuni me ne hanno parlato bene, altri no. Il che mi incuriosisce... ;)

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