giovedì 7 settembre 2017

Recensione: "Il drago non si droga" di Walter Lazzarin



Buon pomeriggio a tutti! 
Finalmente ho un po’ ripreso i miei ritmi di lettura, così eccomi qua a parlarvi del libro che ho divorato in un solo giorno: Il drago non si droga di Walter Lazzarin (vi ricordate di lui? È lo Scrittore per strada!).
Allora avanziamo, amici, attraverso audaci avventure!
Va beh, lascio i tautogrammi ai veri esperti. Parliamo del libro, dai...


TITOLO: Il drago non si droga
AUTORE: Walter Lazzarin
EDITORE: Redfox
ANNO: 2015
PREZZO: 12€
PAGINE: 157

TRAMA: Estate 1990. Giacomo ha quasi otto anni, è arrabbiato con la mamma e decide di scappare di casa insieme al drago di peluche. Non ha paura di scoprire cosa succede di notte nei giardini pubblici, non ha paura dei drogati che incontra, non lo spaventa neppure che uno di loro conosca il suo nome e la data di nascita. La mamma di Giacomo, invece, si spaventa parecchio quando si sveglia e si accorge che il figlio a casa non c'è. Tra pianti e risate, fughe e inseguimenti, i protagonisti di questa storia (compreso il drago) capiranno qual è il sapore della libertà.

Questa recensione mi attende da un anno, precisamente da quando ho conosciuto sul listone Walter Lazzarin e la sua Lettera 25. Il giorno dopo ho subito iniziato a leggere il suo "drago", ma probabilmente non era il momento adatto. Solitamente non rinuncio mai a terminare un libro, ma quella volta ricordo di aver alzato bandiera bianca e deposto il cartaceo su una mensola della mia libreria fino a data da destinarsi. Che coincide con quella di ieri. I libri speciali hanno bisogno di cure e attenzioni.
Altro giorno, altra prospettiva. E, infatti, ho trovato una vera perla.

La trama è semplice, ma intensa.
Giacomo è un vivace bambino di otto anni, un "leader negativo" al quale vanno strette le regole. Dopo un litigio con la madre, insicura del proprio ruolo genitoriale e stressata dalle fatiche di crescere da sola un bambino, il piccolo Indiana Jack decide di scappare di casa. Nella "Foresta Proibita" del parco dove gioca con gli amici Elio e Pollo, Giacomo incontra il padre, un drogato. E, insieme, decidono di fuggire via con Lucrezia, la fidanzata dell'uomo, anche lei tossicodipendente.
Al gruppo si uniranno la coraggiosa nonna di Giacomo, il gatto Relax e il cane Tonio. 
Sarà l'occasione giusta per provare a costruire un nuovo rapporto tra padre e figlio e un nuovo modo di vedere la vita.
 
Lo stile di Lazzarin è delicato, ma pungente quando necessario. Semplice, ma di grande effetto. E perfetto. Non un errore, una ripetizione, un concetto espresso in modo frettoloso.

La storia è perlopiù raccontata attraverso gli occhi e la fantasia di Giacomino, che dialoga con il suo drago di peluche, Prezzemolo, nel quale vede una figura protettiva: un sostituto della figura paterna che dispensa consigli telepaticamente, per via del sorriso cucito.
Tutti i personaggi sono accuratamente delineati dal punto di vista psicologico. Anche quelli secondari, come il superficiale ispettore Bianco, sempre pronto a discriminare il suo sottoposto, ben più sensibile e acuto. Oppure uno dei due migliori amici "a pari merito" di Giacomino, Elio, che ha sorprendenti visioni al limite del surreale.
Giacomo si dimostra un personaggio con desideri da bambino e una spiccata capacità di cogliere certi aspetti tipici dell'universo degli adulti (tra tutti la sua passione per il seno della gelataia!).
Apprezzabile la figura del padre, un uomo buono ma immaturo, incatenato dall'amore che prova per Lucrezia in un grande presente senza futuro certo.

Il drago non si droga è un romanzo di crescita, di formazione. Si soffre e si cresce tutti insieme. Ci si perde per potersi ritrovare. E tutti insieme si cerca di imparare dai propri errori.
Forse non proprio tutti insieme. Qualcuno, nella vita, è destinato a soccombere.
Non esistono buoni o cattivi. Tutti hanno almeno una colpa da espiare. E un sofferente passato.
Esistono schiaffi e carezze, fughe e ricongiungimenti, sbagli e cambiamenti.

Ogni giorno mi troverai qui ai giardini pubblici, su una panchina. Mi dovrai cercare, perché non sarò mai sulla stessa panchina, ma infine mi troverai. Sempre.




3 commenti:

  1. Bellissima recensione, evviva, sono contento che il Drago ti sia piaciuto ;)

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  2. " Il DRAGO non si DROGA " di Walter Lazzarin ( che ho il piacere di conoscere personalmente) è un libro veramente originale. Si legge con partecipazione crescente perché sembra scritto con un tratto leggero di matita ed invece lascia un segno indelebile. Argomenti profondi ( come la droga,la morte, l' amicizia,la libertà,le differenze generazionali, il rapporto genitori e figli, i pregiudizi, il senso della vita...) sono descritti e trattati con tale naturalezza e soave leggerezza da restarti dentro con tutto il loro significato. Stupendo il messaggio: dovere abbandonare l' infanzia (prima o poi), ma non farlo mai del tutto. Questo perché la vita è anche ( anzi soprattutto) MAGIA.Da leggere assolutamente! Francesca Santoro.

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