giovedì 9 novembre 2017

Recensione: "Il libraio di Parigi" di Mark Pryor

Qualche settimana fa mi è capitato tra le dita, mentre sfogliavo le pagine del mio eReader, questo giallo che non avevo ancora recensito.
Devo ammettere che il più delle volte, quando mi imbatto in titoli o copertine che richiamano la Francia o Parigi, spesso ne sono conquistata a prescindere. Se poi vi aggiungiamo la parola "libro" o affini, l'ossessione è servita.
Ecco il motivo per il quale ho deciso di dare ascolto a chi mi aveva consigliato questo libro (grazie Will!) e l'ho acquistato senza ulteriori indugi.
Mi avrà convinta? In parte, lo ammetto. Ma pur trattandosi di un romanzo esordio, Il libraio di Parigi può ben competere con altri polizieschi in circolazione!


TITOLO: Il libraio di Parigi
AUTORE: Mark Pryor
EDITORE: Time Crime
ANNO: 2013
PREZZO: 1,99€ (eBook); 14,90€ (rilegato)
PAGINE: 393

TRAMA: Max, un anziano libraio di Parigi, viene rapito davanti agli occhi di Hugo Marston, capo della sicurezza presso l'ambasciata degli Stati Uniti. Eppure, nonostante la sua testimonianza, la polizia non sembra intenzionata ad aprire un'inchiesta, neanche quando, di lì a qualche giorno, nella Senna vengono ritrovati i cadaveri di altri due librai. Scavando nel passato di Max Koche, Hugo scopre dettagli inquietanti: perché mai la CIA possiede un dossier sul vecchio libraio? E perché il nome di Max viene accostato a quello di Serge e Beate Klarsfeld, i famigerati cacciatori di nazisti nella Francia del dopoguerra? La sua scomparsa è in qualche modo legata al suo passato, o c'entra uno di quei misteriosi libri antichi che si rifiutava di vendere nonostante le insistenze dei facoltosi bibliofili parigini?

Servendosi del prezioso aiuto di Tom Green, un agente dei servizi segreti che conosce dai tempi dell'FBI, Marston cerca di mettere insieme i tasselli del puzzle e di collegare passato e presente, in un'indagine serrata e pericolosa, che lo porterà a scendere a patti con gli ambienti corrotti all'interno della polizia e delle istituzioni, e che finirà per coinvolgere le bande criminali in guerra per il controllo del traffico internazionale di droga.

Non è un thriller. Non ho trovato molta suspence, come indicato nel genere al momento dell'acquisto.
Potremmo definire Il libraio di Parigi come un giallo, un poliziesco.
L'inizio è stato un po' faticoso, ma nel complesso gli intrecci sono ben costruiti anche se non colpiscono in modo indimenticabile.
Attrae e affascina l'ambientazione, sul lungo Senna parigino, tra i bouquinistes, custodi di libri, riviste, cartoline e fumetti antichi. Di un sapere antico.

Un giorno, l'anziano Max Koche viene rapito sotto gli occhi dell'amico Hugo Marston, capo della
sicurezza presso l'ambasciata degli Stati Uniti, ma la polizia non sembra decisa ad aprire un'inchiesta e dà poco peso alla sua testimonianza.
Con l'aiuto dell'amico Tom Green, ex agente dei servizi segreti, e dell'affascinante giornalista Claudia Roux, Hugo comincia la sua personale indagine che lo porterà a scoprire intrighi e segreti collegati a prime edizioni dal valore inestimabile e pericolosi traffici internazionali di droga. E tra cadaveri di librai ritrovati nella Senna e altre sparizioni, entrerà, finalmente, in gioco anche la polizia francese.

I personaggi sono stereotipati. Hugo Marston è il classico texano con tanto di cappello, stivali e atteggiamento da cowboy. Claudia, la giornalista del quale si innamora, è bella, ricca, forte e coraggiosa ma, allo stesso tempo, bisognosa della protezione del nostro aitante protagonista.
La polizia francese viene descritta come superficiale e imbranata, gli americani come dei supereroi in grado di salvare il mondo.

La storia intreccia passato e presente ed è ben scritta, ma scorre poco. Ogni capitolo è pesante, i nomi da ricordare sono tanti e la trama, a metà libro, si infittisce tanto da aver paura di non riuscire più a venirne a capo.
Le descrizioni di Parigi sono belle e minuziosamente dettagliate, ma a volte non rispecchiano la realtà (suppongo a causa della trama).
Nel complesso, il romanzo esordio di Mark Pryor risulta piacevole, senza troppe pretese, adatto a un pomeriggio domenicale di noia.





Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento, se ti va! ❤️