sabato 6 gennaio 2018

Ciak, si legge: "La Freccia Azzurra", un classico per grandi e piccini

Buona Epifania!


Totalizzato un bel bottino quest'anno? Da me è passato un affascinante "Befanino" con una calza che traboccava delle mie liquirizie e caramelle gommose preferite!

E pensare che, per me, l'Epifania è sempre stato un giorno triste, il simbolo della fine delle festività natalizie.
Eppure, un bel giorno, quando ero ancora bambina, trovai nella calza (ok, era legata all'esterno...) la videocassetta de La Freccia Azzurra. Da quel 6 Gennaio, il giorno della Befana ha assunto un sapore comunque malinconico, ma sicuramente diverso. Perché, in fondo, il periodo natalizio non sarebbe così speciale se durasse tutto l'anno!

La Freccia Azzurra
nasce dalla penna dell'intramontabile Gianni Rodari nel 1964.
La sua è una storia non convenzionale, moderna. Adeguatasi alle logiche del consumismo, la Befana, protagonista di questo libro, è un'imprenditrice che trascorre l'anno nel suo bel negozio, esponendo in vetrina i giocattoli che i genitori potranno acquistare e vedersi recapitati dalla vecchina nella notte del 5 Gennaio.
Ma, un anno, i bambini rischiano di non ricevere alcun regalo.
I giocattoli, infatti, sono vivi e ascoltano tutte le conversazioni fra la Befana e la sua aiutante un po' impacciata, Teresa. Scoprono, così, che molti bambini poco abbienti, fra i quali Francesco che tanto desidera il trenino Freccia Azzurra, non riceveranno un regalo perché i genitori non riescono a pagare la burbera vecchina.
Il viso triste e sconsolato del piccolo Francesco, incollato alla vetrina del negozio, intenerisce i giocattoli che decidono di scappare per autoregalarsi ai bambini meno fortunati.
Comincerà una rocambolesca avventura, ricca di insidie e ostacoli da superare non senza difficoltà, per i macchinisti della Freccia Azzurra e dai suoi amici: il Capitano Mezzabarba, le bambole, il cane di pezza Spicciola, i pastelli colorati, le marionette, gli operai del Meccano e molti altri. Ma sul loro cammino incontreranno anche molti bambini da rendere felici e persone da aiutare.
Fino al dolcissimo e commovente finale. Ma, si sa: Rodari è una garanzia.

Diverso è, invece, il "cattivo" dell'omonimo film d'animazione di Enzo D'Alò, tratto da questo breve romanzo nel 1996.
Il signor Scarafoni, malvagio assistente della dolce Befana, dopo averla costretta a letto con una strana "medicina", gestisce il negozio in sua assenza vendendo giocattoli alle famiglie facoltose. Il ruolo dell'imprenditore è, qui, passato a lui lasciando alla Befana il classico ruolo della caritatevole e buona vecchina. E come tale si dimostrerà anche alla fine del film.
La trama, da qui, è la medesima, ma le avventure raccontante si svolgono in modo leggermente diverso rispetto al libro. Sono state, infatti, "edulcorate" dalla componente più malinconica per lasciare spazio alla commedia, più adatta a un pubblico giovane.
Una curiosità dal film? Mentre i giocattoli scappano, Scarafoni dice "Rodari, un trenino elettrico. Conte, cinque soldatini..." citando, rispettivamente l'autore del libro e Paolo Conte, che ha curato le colonne sonore del film.


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